Eleonora Vio, Marco Cacioppo, Silvia Moresi, Widad Tamimi: Palestina, futuro e altre incertezze
Bibilioteca Comunale
Martedì 19 Dicembre Ore 19:30
Descrizione:
Unisci i puntini per riconoscere il mostro» suggerisce Amira Hass, giornalista israeliana
trapiantata in Cisgiordania, in una lucidissima analisi dell’occupazione delle terre
palestinesi conquistate da Israele nel 1967. Se la frammentazione dello spazio fisico con
muri, strade, insediamenti e posti di blocco è parte integrante della strategia usata dallo
stato occupante per tenere la Palestina sotto il proprio controllo, è attraverso l’accumulo e
la giustapposizione di storie individuali e collettive che la sofferenza e i danni inflitti
vengono fuori in tutta la loro entità. I puntini da unire in questo panel sono cronache di vite
palestinesi: a Ramallah, a Gaza, a Gerusalemme, a Jenin, a Hebron, in Israele, nella
diaspora. Raccontano modi diversi di vivere l’occupazione e di resisterle: c’è chi,
ritrovandosi coloni israeliani nella propria casa, la sente sulla propria pelle ogni giorno e
chi, costretto all’esilio, ne perpetua il ricordo nella memoria e nella letteratura. Ci sono le
donne che alle pene dell’occupazione devono aggiungere quelle di una società
conservatrice e ultrapatriarcale. C’è una generazione che ha conosciuto la speranza di
una possibile soluzione del conflitto, e un’altra – gli oltre due terzi della popolazione
palestinese che ha meno di trent’anni – che alla firma degli Accordi di Oslo nel 1993 non
era ancora nata e per tutta la vita ha conosciuto solo l’occupazione e il soffocante governo
sempre più autoritario (e sempre meno efficace) dell’Autorità nazionale palestinese, per
non parlare di quello di Hamas a Gaza. C’è chi si è rassegnato, chi è fuggito e chi, per
scelta o necessità, è rimasto e resiste. E se l’occupazione israeliana è il contesto
obbligato, la ricchezza dell’esperienza umana e l’individualità delle voci e delle situazioni
che animano questo paese frammentato rappresentano il tratto che unisce i puntini:
disegnando sì un mostro, ma in negativo, mettendo cioè in risalto il coraggio di chi resiste,
la capacità di reagire quotidianamente al trauma individuale e collettivo, la pazienza, la
forza e l’ostinazione che essere palestinesi comporta.
Biografia:
Eleonora Vio :
Giornalista multimediale. Si occupa di questioni climatiche ed energetiche, radicalismi e storie di
donne. Ha lavorato in tante aree di conflitto, specialmente in Medio Oriente e Africa; ha investigato
la destra radicale in Europa e sviluppato un documentario sul settore minerario in Congo.
Dal 2020 si occupa di transizione energetica e della relazione tra danni ambientali e conflitti. Allo
scoppio dell’aggressione russa nel 2022 si trovava in Donbass per alcune ricerche sul tema e da
allora si occupa di crimini di guerra e traffici di varia natura. Eleonora ha ricevuto vari
riconoscimenti e collabora con i principali media italiani e internazionali. Ha curato il volume
Palestina per The Passenger di Iperborea.
Marco Cacioppo (Milano, 1981) è regista, sceneggiatore, giornalista e critico cinematografico. Tra
le testate con cui collabora: Playboy, Best Movie, Esquire, Cineforum. È autore di cortometraggi,
spot, videoclip, videoinstallazioni e documentari. Dal 2010 collabora con la società di produzione
danese Space Rocket Nation. È selezionatore del Milano Film Festival.Ha curato il volume
Palestina per The Passenger di Iperborea.
Silvia Moresi insegna Mediazione della lingua araba, e Cultura e letteratura araba contemporanea
presso l’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo di Bari.
Per la casa editrice Jouvence, nel 2016 ha tradotto l’antologia Le mie poesie più belle del poeta
siriano Nizar Qabbani, e nel 2018 ha tradotto Undici pianeti del poeta palestinese Mahmud
Darwish.
È inoltre co-curatrice del volume Arabpop. Arte e letteratura in rivolta dai Paesi arabi (Mimesis,
2020), in cui è anche autrice del capitolo dedicato alla poesia.
Widad Tamimi
figlia di un profugo palestinese fuggito dall'occupazione israeliana del 1967 e di una donna di
origini ebree, la cui famiglia scappò a New York durante la Seconda guerra mondiale, è cresciuta in
Italia. Attualmente vive a Lubiana col marito e i due figli e presta servizio nei campi di accoglienza
ai profughi nell'ambito del programma "Restoring Family Link" della Croce Rossa Slovena. Nel
2012, per Mondadori, ha pubblicato il suo primo romanzo Il caffè delle donne. Scrive racconti per
"Delo", il principale quotidiano sloveno.