mario perrotta: come una specie di vertigine. il nano, calvino, la liberta'

Auditorium Baglioni

Venerdì 22 Dicembre Ore 21:00

Descrizione:

una produzione Permar - Compagnia Mario Perrotta Emilia Romagna Teatro ERT/ Teatro Nazionale
scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta
collaborazione alla regia Paola Roscioli
mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta
con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina
in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel

Lo spettacolo
In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. E la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, e quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, pero, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’e a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di liberta.
E la cerca, la liberta, tra le pagine delle opere del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come puo, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo.
Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare.

La liberta', calvino e io
Il personaggio in scena e un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografco La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza - esistenza che Calvino non ci racconta - proprio perche il mio intento era ragionare intorno al concetto di liberta e il Nano del romanzo ne e totalmente privo.
E torno cosi alle ragioni prime del mio progetto: non certo uno spettacolo su Calvino, ma uno spettacolo sulla liberta, sull’autodeterminazione, tema che occupa da molto tempo i miei pensieri sull’uomo in quanto animale sociale e sulle storture del nostro convivere quotidiano.
Per mia fortuna lo stesso tema ha assediato i pensieri di Italo Calvino lungo tutta la sua parabola letteraria, attraversando ugualmente i romanzi realistici, cosi come quelli fantastici e l’epoca combinatoria. Questo mi ha consentito di coniugare il mio “ragionare di liberta” con la possibilita di afrontare un autore che ho molto amato ma che mai avevo osato accostare al mio teatro. Ho sempre pensato, difatti, che Calvino fosse impossibile da rappresentare, almeno cosi com’e.
E stato questo confuire delle mie rifessioni e di quelle di Calvino intorno a quella parola fragile che e “liberta” che mi hanno convinto a provarci. E, soprattutto, e stato la scoperta di quel romanzo considerato minore e quel personaggio cosi impossibilitato a scegliere per se stesso a darmi una plausibile via da percorrere con la mia scrittura. Parto quindi, dalla sua condizione antitetica di disabile totale per parlare della condizione di noi “abili” che la liberta la sprechiamo ogni giorno. E afondo le mani liberamente negli altri scritti di Calvino “scalvinandoli”, scompigliandoli e ricomponendoli, cosi come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo.
Ne e venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che - al contempo - mi sembra rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla liberta. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo.

Mario perrotta