una produzione Permar - Compagnia Mario Perrotta Emilia Romagna Teatro ERT/ Teatro
Nazionale
scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta
collaborazione alla regia Paola Roscioli
mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta
con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina
in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel
Lo spettacolo
In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. E la sua anima che fa spettacolo. Tra i
tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, e quello meno libero: ha un corpo, una
lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo
oggi, pero, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei
sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’e a una croce che non ha voluto, ha deciso
di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di liberta.
E la cerca, la liberta, tra le pagine delle opere del “signor Calvino Italo”, la racconta come
sa e come puo, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra
un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti
intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo.
Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore,
una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare.
La liberta', calvino e io
Il personaggio in scena e un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografco
La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur
memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza - esistenza che Calvino
non ci racconta - proprio perche il mio intento era ragionare intorno al concetto di liberta
e il Nano del romanzo ne e totalmente privo.
E torno cosi alle ragioni prime del mio progetto: non certo uno spettacolo su Calvino, ma
uno spettacolo sulla liberta, sull’autodeterminazione, tema che occupa da molto tempo i
miei pensieri sull’uomo in quanto animale sociale e sulle storture del nostro convivere
quotidiano.
Per mia fortuna lo stesso tema ha assediato i pensieri di Italo Calvino lungo tutta la sua
parabola letteraria, attraversando ugualmente i romanzi realistici, cosi come quelli
fantastici e l’epoca combinatoria. Questo mi ha consentito di coniugare il mio “ragionare
di liberta” con la possibilita di afrontare un autore che ho molto amato ma che mai avevo
osato accostare al mio teatro. Ho sempre pensato, difatti, che Calvino fosse impossibile
da rappresentare, almeno cosi com’e.
E stato questo confuire delle mie rifessioni e di quelle di Calvino intorno a quella parola
fragile che e “liberta” che mi hanno convinto a provarci. E, soprattutto, e stato la scoperta
di quel romanzo considerato minore e quel personaggio cosi impossibilitato a scegliere
per se stesso a darmi una plausibile via da percorrere con la mia scrittura. Parto quindi,
dalla sua condizione antitetica di disabile totale per parlare della condizione di noi “abili”
che la liberta la sprechiamo ogni giorno. E afondo le mani liberamente negli altri scritti di
Calvino “scalvinandoli”, scompigliandoli e ricomponendoli, cosi come serve al Nano per
procedere nella sua serata di spettacolo.
Ne e venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che - al contempo - mi sembra
rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla liberta. Un omaggio
personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo.
Mario perrotta